Sostenitori del progetto Cibo+, integrazione tra cucina e nuove tecnologie.

Enzo Argante, esperto di innovazione digitale e sostenibilità. Presidente Nuvolaverde e dei Premi Areté. Collaboratore de Il Sole 24 Ore e di Radio 24/Il Sole 24 Ore. Autore di Egea, casa editrice dell’Università Bocconi di Milano.

Come intendi il cibo?  Quanta importanza ha per te?

Refugium peccatorum, né più né meno. In tutti i sensi del sacro e del profano. Sacro perché tocchiamo una delle corde più sensibili della nostra cultura, in particolare italiana. Profano perché il cibo è consolazione, trasgressione, provocazione (verso se stessi e gli altri), celebrazione, e tanti tanti “ione” possibili e immaginabili. Per molti aspetti il rapporto con il cibo è la più intrigante, profonda e toccante esperienza del genere umano. Paragonabile per intensità solo al sesso a cui spesso si associa. Detto questo aggiungo che il mio rapporto con il cibo è altalenante se non schizofrenico: compulsivo, con brusche frenate e accelerazioni, non armonioso. Invidio chi sa apprezzare la poesia del cibo.

Cosa pensi del connubio tra cucina e nuove tecnologie?

Credo che la relazione – e in qualche modo ne sono fautore – sia più che tra cibo e nuove tecnologie tra il gusto, la poesia, il sapore, le evocazioni del sapore e dell’estetica del cibo e la capacità del digitale di coinvolgere. Non a caso le ricette e in generale la visualizzazione dei piatti è dominante (e per alcuni inquietante).

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